mercoledì 30 ottobre 2013

In questo momento vorrei poterti chiamare e fare il conto alla rovescia come facevamo prima delle ferie.
Dopo due settimane è la quotidianità il vero inferno. Il non poterti dire che libro ho finito di leggere o quanto adesso tutti mi reputano indispensabile.
Ti parlo, tu mi mandi i segni, ma fa un male cane.

venerdì 25 ottobre 2013

E' passata più di  una settimana dal giorno più brutto della mia vita.
Il dolore mi accompagna sempre, riesco a distrarmi per 4 -5 ore al massimo, ma la sensazione di straniamento e perdita ovviamente non passa mai.
Ci vorrà tempo per fare pace con la perdita e in realtà chi ci è passato mi dice giustamente che questo dolore non passerà mai.
Il vero problema è che non sono stata capace, in tutti questi anni, di crearmi una famiglia mia.
Alla mia età la maggior parte della gente ha un compagno o dei figli, qualcuno di cui prendersi cura.
Invece io posso prendermi cura solo di me ( e di papà), ma non ho obblighi.
E ho un gruppo di supporto stupendissimo, senza il quale sarei andata completamente a pezzi, ma in realtà sono sola e ora non ho nemmeno più la mia roccia.
E devo imparare a convivere con questo.
E con i miei soli strumenti non ce la posso fare.

lunedì 23 settembre 2013

I sedicianni non finiscono ma si evolvono

Ci son poi film che creano aspettative che non trovano riscontro nella realtà.
Che tipo io negli ultimi 3 anni sono andata ai una decina di matrimoni e mai una volta che ci abbia incontrato Hugh Grant (o almeno un single under 70 etero).
Oppure che sono 15 anni che viaggio in treno e mai una volta che io abbia incontrato uno scrittore misterioso che mi chiedeva di scendere con lui dal treno per visitare una città (Prima dell'alba, ovvero più danni della grandine).
E poi finalmente sabato.
Ero invitata a un matrimonio e non avevo molta voglia di andare; invece capito a un tavolo di gente simpatica dove c'è anche uno dei ragazzi più fighi del mio liceo (che quando avevo 16 anni non mi cagava di striscio).
La prima domanda che mi fa è:
"Ma sei da sola perché sei single o perché il tuo fidanzato non poteva venire?"
Da lì è stato tutto un flirt da manuale di matrimonio, con il vino che scorreva, i ricordi di adolescenza, le sigarette finite e scroccate e un primo bacio dato mentre si stava parlando dei sedicianni.
E poi decidere di andare via insieme e girare per la città deserta vestiti come due cretini (da matrimonio) e trovare in un pub (frequentato da sedicenni) un dehor deserto, dove bere una birra e baciarsi ancora con nell'aria l''odore delle patatine fritte.
E tornare a casa oltre le soglie del tardi e del lecito, con un sorriso atomico sulla faccia, e addormentarsi dopo aver ricevuto una buonanotte via sms, anche se ci siamo salutati da 3 minuti.
E non so se continuerà o finirà lì, ma intanto sorrido perché per una volta ho giocato con gusto alla commedia romantica.


lunedì 16 settembre 2013

Sabato sera sono andata a una festa fighissima in un posto fighissimo.
C'erano i candelabri d'argento ed eravamo tutti vestiti eleganti.
Miracolosamente ero anche vicina all'unico etero single ed era pure carino.
Ma non ho flirtato perché non avevo la forza.
Poi arrivata a casa non avevo voglia di dormire da sola, così, per non fare danni, ho provato a scrivere a Coloredelgrano.
Mi a risposto che si è fidanzato.
E così l'ho unito al gruppo di quelli che non è che non si volevano fidanzare, non si volevano fidanzare con me.
(Ok, lì in fondo c'è una vocina che dice che io non mi volevo fidanzare con lui, ma non è questo il punto).
Allora sbuffo e faccio collage con le mie foto migliori e cerco approvazione come una qualsiasi bimbaminkia.
Non andiamo per niente bene.

lunedì 2 settembre 2013

Ho un master in mancanze e nostalgie.
Mi manchi tu, che hai sconvolto le mie notti dal 2006 al 2008, quando ho cominciato a tenere acceso il telefono in attesa del tuo "Dormi?". Tu che ora mi scrivi che forse a fine mesi sei qui e io non mi agito più.
Mi manchi tu, comparso nel 2010 e che sembravi una persona sensata ( e invece no).
Mi manchi tu, che sei cominciato come un gioco e poi mi hai fatto così male, che ancora mi riprendo.
Mi manchi tu, che sei stato "grande amore di vita mia" e che per te ho letto pure il Signore degli anelli.
Mi manchi tu, che mi ai baciata sotto la pioggia in una notte di inverno e mi hai detto per la prima volta le cose che desideravo sentirmi dire ( e poi anche quelle che no).
Mi mancate tutti e spero che stiate bene, prima o poi spero di stare meglio anche io.

lunedì 26 agosto 2013

Ho passato il fine settimana sul divano in un'immobilità quasi totale.
Cioè ieri poi mi sono stirata i capelli, ma è stata l'attività più frenetica dei due giorni.
Sono in una fase in cui non ho voglia di fare nulla: solo stare sul divano senza fare niente del tutto. Al massimo gioco a Candy Crush saga o a Stella Stellina (cit.).
Non sono mai stata così stanca in tutta la mia vita, e la stanchezza è mentale e fisica (ma più mentale).
Vorrei avere 20 anni per avere davanti tutte le possibilità. Vorrei poter piangere su una spalla che non c'è ( e che ho capito che non ci sarà mai). E quella spalla, proprio quella mi fa soffrire, perché anche se ho capito e mi sono rassegnata ho capito che era proprio quella che sarebbe andata a bene per me (le amiche sagge direbbero: se fosse andata bene per te ci sarebbe stata, e avrebbero ragione).
Ma oggi sono triste e stanca.
E oggi vorrei solo poter dire a mio papà: non voglio cominciare i lavori in casa, voglio solo mollare il lavoro, prendermi 4 mesi di riposo e ricominciare ad avere entusiasmo per qualcosa, ma poi: quando sto per iniziare a dirgli queste cose le parole mi si gelano in gola e restano lì, a fare il famoso Ovosodo che non va nè su nè giù.

martedì 20 agosto 2013

Quest'anno ho fatto pochissime vacanze.
Infatti avevo solo due settimane di ferie e in più ho passato la maggior parte del tempo a casa, là dove c'era bisogno di me.
Ma poi gli altri 5 giorni li ho passati al mare a casa della Plett.
Ecco 5 giorni mi hanno rimesso al mondo. Il lettino, le mangiate dall'Olga (che voi non lo sapete, ma la gastronomia dell'Olga è uno di quei posti dove il mondo non ti sembra un brutto posto dove vivere), i mille libri, i discorsi delle vicine di lettino da ascoltare di nascosto per poi riderne, il bagnino poco più che maggiorenne che quasi si scusava quando ci doveva cacciare via, la granita chimica,  i cocktail al fico e alla maracuja, le mangiate di pesce e le chiacchiere e i discorsi seri.
E la Plett, che è una mamma gatta severa ma giusta (cit.), che mi dice le cose (anche quelle che non mi vorrei sentire dire) e che si arrabbia più di me quando qualcuno mi fa star male. Che ora sapete, lei non scrive più perché è felice e perché la scrittura onlain apparteneva a un'altra fase della sua vita (che per fortuna è passata), ma è sempre la stessa Plett: bionda, cazzafrulla e nazista, e ha in più una gioia negli occhi che mette allegria e fa sperare.
E io queste cose non gliele mai dal vivo, che non ci piace lo smielo, ma oggi nel grigiore dell'ufficio, con un po' di giramento di scatole guardo la pelle abbronzata e mi sento meglio e so che senza i cinque giorni appena passati starei già tirando le testate nel muro.