martedì 20 agosto 2013

Quest'anno ho fatto pochissime vacanze.
Infatti avevo solo due settimane di ferie e in più ho passato la maggior parte del tempo a casa, là dove c'era bisogno di me.
Ma poi gli altri 5 giorni li ho passati al mare a casa della Plett.
Ecco 5 giorni mi hanno rimesso al mondo. Il lettino, le mangiate dall'Olga (che voi non lo sapete, ma la gastronomia dell'Olga è uno di quei posti dove il mondo non ti sembra un brutto posto dove vivere), i mille libri, i discorsi delle vicine di lettino da ascoltare di nascosto per poi riderne, il bagnino poco più che maggiorenne che quasi si scusava quando ci doveva cacciare via, la granita chimica,  i cocktail al fico e alla maracuja, le mangiate di pesce e le chiacchiere e i discorsi seri.
E la Plett, che è una mamma gatta severa ma giusta (cit.), che mi dice le cose (anche quelle che non mi vorrei sentire dire) e che si arrabbia più di me quando qualcuno mi fa star male. Che ora sapete, lei non scrive più perché è felice e perché la scrittura onlain apparteneva a un'altra fase della sua vita (che per fortuna è passata), ma è sempre la stessa Plett: bionda, cazzafrulla e nazista, e ha in più una gioia negli occhi che mette allegria e fa sperare.
E io queste cose non gliele mai dal vivo, che non ci piace lo smielo, ma oggi nel grigiore dell'ufficio, con un po' di giramento di scatole guardo la pelle abbronzata e mi sento meglio e so che senza i cinque giorni appena passati starei già tirando le testate nel muro.

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