giovedì 21 febbraio 2013

Penso con nostalgia alla mia vita fino a due mesi fa.
Penso a quando la malattie era già entrata nella nostra vita e non lo sapevamo.
Ero fiera dei miei chili persi e della bicicletta presa.
Avevo il cuore in subbuglio per un possibile viaggio a NY e mi ero (quasi) liberata del rancore verso Roger.
La notizia della malattia di mia mamma è stata la peggiore mazzata che mi sia mai capitata e darei qualsiasi cosa per tornare indietro a due mesi fa.
Purtroppo è una cosa impossibile e quindi sto qui, cercando di tenere insieme i pezzi, senza riuscire a respirare. 

lunedì 18 febbraio 2013

Il fatto è che ogni giorno avrei voglia di scriverti, dicendoti che in realtà ho fatto una cazzata a dire che non ti voglio più vedere, ma poi so che è la cosa giusta. Non che questo mi faccia sentire meglio.
Vorrei provare a convincerti che sarebbe bello rischiare, ma so che non lo farai quindi risparmio il fiato e l'energia, che in sto periodo mancano.

venerdì 15 febbraio 2013

Ci sono quelli che capiscono. ce non ti chiedono nulla, ma sono lì. basta uno sguardo. e loro sono le mie persone.
Poi ci sono quelli che proprio no, che fan domande e che non capiscono che vuoi solo parlare di san remo e di stronzate.
Perché sei in quella fase in cui il dolore è solo tuo e vuoi gestirtelo in silenzio o scrivendo qui, dove ti pare di essere sola, dove puoi piangere e disperarti.
E ci sono addirittura momenti in cui ti sembra di aver accettato tutto. e sono i peggiori, ma anche i migliori.
comunque vuoi solo silenzio.

mercoledì 13 febbraio 2013

Non voglio più essere saggia. Non voglio più essere razionale. Non voglio più essere forte.
Voglio solo piangere e piangere.
Non voglio rispondere alle domande.
Voglio solo che qualcuno (sì qualcuno in particolare, porca puttana ladra) mi abbracci e mi dica che andrà tutto bene.
E invece lo so che non andrà tutto bene e che ci saranno a da abbracciarmi le meravigliose amiche che non mi lasciano mai sola, ma non ci sarà chi avrei voluto che ci fosse.
Ma solo perché sono una cretina da competizione. ma la cosa non è consolante.
Stanotte ho fatto un sogno bruttissimo e vivido e mi sono svegliata con il cure che batteva a mille e oi avevo i crampi alla pancia e non respiravo. E in quello stato pensavo che avrei voluto avere lì quel qualcuno e la decisione di tagliarlo fuori mi è sembrata saggia, ma dolorosa al tempo stesso.
Non pensavo si potesse stare così male. E invece.

venerdì 8 febbraio 2013

La prima volta che ho pianto ieri sera è stato mentre facevamo l'amore. Ora lo so che può sembrare una cosa di sfumature di stocazzo, ma c'è stato un momento così intenso e condiviso che mi sono uscite le lacrime e mi è mancato pure il fiato. E poi mi hai guardata hai sorriso e hai asciugato la mia lacrima con un bacio.
La seconda volta che ho pianto è stata quando mi hai chiesto di mia mamma: è un argomento che mi fa sempre un po' piangere e allora mi hai coccolata, mi hai asciugato la lacrima con un dito e poi hai detto qualcosa di scemo, così ho riso.
La terza volta che ho pianto è stata quando ti ho salutato dopo averti detto che non ti volevo più vedere, perché abbiamo iniziato come un gioco e ora non lo è più e non posso farmi male. E non posso chiederti di occupare un posto che non vuoi (perché se volessi, lo potresti fare) occupare.
Non ho pianto mentre ti parlavo, ma ho pianto dopo averti baciato, perché ho avuto la percezione netta di quello a cui stavo rinunciando per il mio bene.
Mi hai asciugato la lacrima (piangevo a lacrime singole) e mi ai detto "Non fare così"., ma sembravi un po' scosso anche tu e poi te ne sei andato (e li poi ho ripianto, ma non c'eri più tu ad asciugarmi le lacrime).
La perfezione della serata di ieri, con tutto il suo struggimento, non lascia un dubbio sulla mia decisione. Perché adesso non ho bisogno di perfezione sporadica, ma di imperfezione continua.

giovedì 7 febbraio 2013

Sono stanca oltre ogni dire.
E sì che stanotte ho dormito ben sette ore sette (grazie Melasinup, sei la mia nuova BFF).
Ieri mamma al telefono mi ha detto "papà dice che sei taumaturgica"; e io mi sono sentita da un lato felice e dall'altro tormentata dai sensi di colpa.
Dovrei forse andare più spesso su?
Ogni due settimane è troppo poco?
le mie qualità taumaturgiche rimarrebbero tali se mi vedesse tutti i venerdì?
E io avrei la forza di sopportare tutte le domeniche il blues della domenica in treno, con il cuore straziato e lo stomaco chiuso e nessuno che mi aspetta al binario?
Intanto sabato parto e sto fino a martedì mattina. Non è tanto, ma è qualcosa: sono colazioni apparecchiate e chiacchiere sul terrazzo e libri, telefilm polizieschi guardati a letto e cercare di risolvere il rebus della stampa (non ci riusciamo mai).
insomma, cerchiamo di vivere e respirare e domani è un altro giorno (come diceva quella là).


mercoledì 6 febbraio 2013

Stanotte ho dormito 4 ore.
Mi sono addormentata alle 2 e alle 6 ero in preda all'ansia e ai pensieri.
Mi mancava il fiato. Provavo a leggere e mi si chiudevano gli occhi, ma spegnevo la luce e mi svegliavo continuamente.
La sensazione fisica è quella di un masso sul petto e sulle spalle, dal peso variabile, che ogni tanto ti fa lo scherzone di diventare più leggero solo per poi diventare più pesante di nuovo.
Sabato torno a casa e so che vedrò mia mamma più magra, più stanca, più sofferente. E ho paura.
Paura di non essere abbastanza forte per sostenerla, paura di farmi vedere debole. Mi ripeto come un mantra: ogni giorno è un regalo, dille tutto quello che vuoi che sappia, e magari inventati anche qualche bugia innocente, per farla essere più serena. Dille che Coloredelgrano è tornato, ma non dirle che non è più Coloredelgrano; cerca di ritrovare quello sguardo che avevi a natale quando ti ha chiesto: ma sei innamorata?
Dille che stai cercando in tutti i modi di essere felice, ma non dirle che la tua strada per la felicità è piena di risoluzioni dolorosissime.
Cerca di essere la versione forte e serena di te stessa, perché questa è l'unica cosa che puoi fare.


lunedì 4 febbraio 2013

Ho passato quasi 24 ore con Coloredelgrano.
Che è arrivato a casa mia alle 8.30 di venerdì sera ed è andato via alle 8 di sabato.
Tutto bellissimo: il sesso, le coccole, le risate, mangiare, dormire profondamente.
E però in 24 ore non ho trovato lo spiraglio per dirgli di mamma e non so questo cosa voglia dire.
Cioè lo so: lui a fine mese riparte per un anno e io non so se ho voglia di accollarmi la struggenza di una nuova partenza.
Non so quanto mi farebbe bene in questo momento. Non so se sia meglio vederlo il più possibile, con il rischio di spaccarmi in due quando se ne va, o se tanto niente può spaccarmi in due in questo momento.
cambio idea velocemente, e così umore. ma credo che in quest momento sia l'unica cosa che posso fare: seguire solo i miei bisogni e andar dietro ai cambi d'umore come ai venti quando si naviga col vento forte.
Questo non è il migliore dei mondi possibili, ma è l'unico che abbiamo, quindi non resta altro da fare che adattarci, cercando di non stare troppo male.
Intanto però oggi il magne è piantato in gola e non va nè su nè giù.

venerdì 1 febbraio 2013

E c'è che è tornato Coloredelgrano, ma ancora non ci siamo visti.
Ho voglia di vederlo? Sì.
Ho voglia di parlargli di tutto quello che sta succedendo? Non lo so.
Farò come al solito, che se non mi fanno domande dirette non dico nulla e che se mi fanno una domanda che suscita qualcosa parlo.
(che poi la domanda a volte è anche solo come stai?)
Sono curiosa di rivederlo. ma ho paura, paura che in questi mesi quella sintonia che avevamo raggiunto non ci sia più. paura che la sintonia ci sia ancora e che lui mi dica che tra due settimane riparte. Paura che mi dica che rimane e che non mi vuole. Paura che mi dica che rimane e che mi vuole.
Insomma: in testa mille pensieri e nessuno sereno.
Cheppalle.